13 set 2011

Se é Amore..


  Se é amore, accarezzare un ricordo,
se é passione sfiorare un volto con gli occhi socchiusi,
se é fremito dolce, la lacrima amara nascosta nel buio
dei sogni, oltre la vita che batte ad una porta chiusa.
E' come un ramo vivo, che sfiora la corrente del torrente... impetuoso dei pensieri, la mano delicata lungo il profilo del tuo viso..

Non vi é nel quotidiano della finzione,
lo spazio per contenere quel pezzetto di cuore,
che ho lasciato sul tuo cuscino.





 Carmen Santoro












C

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1 set 2011

L’energia delle Parole..



E’ con la stilografica nascosta nel cappello, che l’artista delle parole, figlio della terra brulla, quella degli alberi d’ulivo, severi, maestosi, si..quella dei vigneti serpeggianti, baciati da vento e sole, dagli acini tondi, colmi di promesse profumate al miele selvatico, permea le pagine rubate alla natura materna..

Chi di noi non si è mai soffermato ad osservare attento una squadra di formiche?..da ragazzini in estate, lo si faceva accovacciandosi silenziosi e quasi rapiti, facendo il tifo per l’una o l’altra formichina che per nulla indispettita dalla nostra presenza, continuava imperterrita il percorso prestabilito, la sua rotta, raramente subiva variazioni..da qui i vari insegnamenti e favole azzeccate, per i nostri stili di vita, decisamente differenti, negli obiettivi e nel porsi spesso con gli altri..Che la natura,agisca meravigliosamente, nelle sue forme ridottissime, è risaputo da millenni, checchessia all’’osservatore attento, nel caso delle formiche, non sfugge, il loro spirito, una squadra compatta,come tante membra di un sol corpo, nell’avanzata a tratti convulsa, quasi isterica all’apparenza; invece, semplicemente, pulsante, come una melodia prestabilita, una samba zampettante, tutte quelle vitine da vespa e culetti a mandolino!..briciole di pane secco al posto delle nocchere, antennine incastrate a corona come pennacchi, occhi giganti come fossero  gemme rare. Lezioni di piano,le loro.. piccole Mozart in adagio ma non troppo, capaci di salire talmente in alto con un  Do di petto, protese e palestrate, da far perdere il sangue freddo, anche la lucertola piu’ indifferente.

L’invidia è in natura la virtu’ dei furbi, di coloro che traggono forza e ingegno dall’osservar l’energia costruttiva e silente, quasi nell’ombra, nascosta ai piu', espressa maestosamente nel gruppo..”Chi si isola, cercherà la propria brama egoistica” recita un famoso proverbio millenario…e “Nella moltitudine dei consiglieri c’è la riuscita” di rimando, ne recita un altro.

Per chi osa, spostando  le tende spesse della vita,con l'energia delle parole, oltre le ciniche finestre, della routine del non amore…vedrà il riflesso di una nuvola che sa baciare un sole.


Carmen Santoro



19 lug 2011

FORSE..STASERA PIOVE


Forse..stasera piove



T’attraversa, fitto come gocce in corsa.

al raggio di bicicletta estiva

trasudando idee

lasciate lì in attesa del vento, quello freddo

di fine estate

Fa’ a cazzotti tra il se’ e  il ma..quasi ridendo

Accarezza l’immagine con occhi socchiusi,

spavaldo gonfia le spalle

lasciando cadere un sospiro

La vita è adesso, ma è cieca

di temporale nero

Beve in calice frizzante e rissoso,

tracce di solitudine dolce/amara

A piedi nudi calpesta gocce di rugiada

lacrime di stelle con coda di drago, allontana

Sfiora la mano tenera, cerca in gamba sottile

conforto

Guancia a guancia e

Forse stasera..piove





C.S. luglio 2011(dedicata ad un amico)


6 lug 2011

Capro espiatorio..l’inganno e l’abbandono

 ..pensieri e non solo parole...

 Capro espiatorio..l’inganno e l’abbandono. Due capri venivano portati, assieme ad un toro, sul luogo del sacrificio, rappresentavano una parte dei sacrifici chiamati “Korbanot “del Tempio di Gerusalemme, in particolare nei cortili..Il sacerdote compiva un'estrazione a sorte tra i due capri (anche allora esistevano le scommesse) uno veniva bruciato sull'altare sacrificale assieme al toro, per nulla compiacente, ma già piu’ fortunato dei cugini spagnoli, mentre al secondo spettava il premio oscar come miglior attore, dato che di li a poco l’attendeva il red carpet..in sfilata diventava il capro espiatorio. Il sacerdote poneva le sue mani sulla testa del capro(da qui le origini del battesimo) e confessava i peccati del popolo di Israele. Il capro ,veniva quindi allontanato nel deserto portando con sé i peccati del popolo ebraico (l’unico peccato era quello di vivere in povertà) per essere precipitato da una rupe a circa 10 chilometri da Gerusalemme (da qui il famoso body jumping…)Ora, in senso figurato, mi chiedo quanto questo atteggiamento, influisca sul nostro modo di vivere, dato che in natura mai visto un animale incolparne un altro, se non riesce a cacciare e quindi mangiare, o accusare un altro, se non nelle favole piu’ famose, tipo il gatto e la volpe. E’ indubbio che l’atteggiamento sia stato scritto accuratamente nel nostro dna..Adamo che da’ la colpa ad Eva, che a sua volta accusa il serpente, pena eterna..striscia sul ventre e, sempre di ventre materno si parla, quando ad Eva spetta la sofferenza del parto, ed ancora ,al ventre della terra si arriva, quando si dice che all’uomo toccano i triboli e il duro lavoro del raccolto..Allora perché dare le colpe agli altri?..in fondo è il ventre la causa principe..:-D.. Ovviamente per non assumerci la responsabilita' delle nostre azioni, perche’ la paura di essere rimproverati, colpevolizzati, aggrediti o peggio è tanta, anche quando le conseguenze per assumerci le responsabilita', sarebbero davvero insignificanti. Il problema sta, nel pensare erroneamente che la vita è una partita, dove o si vince o si perde..le uniche cose che davvero si perdono sono la gioia, la pace, quella interiore con se’ stessi, perché non ci si perdona facilmente e di conseguenza si fatica a perdonare i falli altrui, per quanto irrilevanti, si riesce tranquillamente a rendere montagne invalicabili..il circolo diviene così vizioso, colui che trattato da capro espiatorio, viene abbandonato a un inspiegabile silenzio e abbandono, innescando un boomerand impazzito per i posteri, bel pacco regalo per le nuove generazioni, che mai cresceranno e miglioreranno, animaletti marchiati dalle paure, rancore, odio. E’ nel perdono che si cresce, ma non, come quello conquistato dagli israeliti, con il sacrificio del capro espiatorio…è il perdono di cuore, per le mancanze altrui come fossero le nostre, la modestia che batte in fotofinish l’arroganza,l’umiltà che rende ridicoli i presuntuosi..il cuore che batte, non dimenticando neppure per un secondo di battere ed essere vivo..per dire anche alla fine della nostra vita di aver vissuto ogni singolo giorno, non come fosse l’ultimo..ma con l’entusiasmo del primo vagito..urlando forte..io amo la vita!


Carmen Santoro
  

27 mag 2011

LA GONNA DI RASO ROSSO.

La fanciulla osservo’ ancora una volta il lago, grigio come il cielo.All’intorno nessun fremito, il silenzio aleggiava mentre quel corteo di nubi color cenere, parevano in attesa, come uno sposo in attesa all’altare dell'amata, in preda all’agitazione. Fu’ cosi’, che quel temporale, tra lampi improvvisi ,segno’ il ricordo di un giorno di vacanza, quella fantastica sensazione d’essere tutt’uno con la natura che si ribella all’improvviso, sotto un mare di pioggia, felice, in comunione con vento, acqua, terra.La gonna di raso rossa, fluente davanti allo specchio, allacciata sul fianco, tradiva i suoi sedici anni, lasciando intravedere la coscia soda in quel giro di ruota veloce…”mi vedrà, son certa!..allora penserà: pero’ non è una bimba!".Tutto scorreva veloce nella sua mente, ogni parola, ogni movimento, ogni sorriso e battuta.Era tutto accuratamente previsto, quell’incontro coronato da un bacio timido. Gli zoccoletti, anch’essi rossi, che mamma aveva adulato con quel “graziosi, troppo tacco pero’, non sei abituata, ti farai male”, coronavano il tutto con grazia e buon gusto, il trucco appena accennato da un fard chiaro e quelle ciglia, appena accarezzate dal rimmel marrone, parevano foglie di palme al vento che si specchiano spavalde in quel mare d’occhi azzurro tropicale, intensi e magnetici. Il viale, lungo lago, l’attendeva. Come il cicaleggio di un’amica, il ticchettio leggero sull’asfalto dei tacchi, era una gradevole compagnia, fino a quando un secco track, spense la magia..il tacco cedette e come un piccolo terremoto, lascio’ il segno, squarciando il due il legno. Lacrime contenute e risa isteriche attraversarono il volto giovane, mentre un airone giro’ il capo, pareva scrollasse l’ala e dicesse “te l’avevo detto..sui tacchi alti non si cammina, si deve volare”.

Si deve volare..si ripeté, scrollo’ i capelli chiari, liberando il volto prigioniero dalle ciocche, infilo’ le scarpe stizzita nella borsa di jeans.La pioggia salì, dapprima calda, leggera,poi di colpo, in un solo istante interminabile, pareva un fiume in piena, i piedi scalzi coperti da onde improvvise, la gonna rossa di raso leggero, appariva come un ombrello sgualcito, pesante…Quella ragazzina da donna sbocciata e sicura, era ora, una figurina fragile e minuta, tremendamente bella come un papavero bagnato, diretta verso una meta ormai scomparsa nei vicoli di una piazzetta abbandonata perfino dai gatti affamati.Non vi era tristezza nell’aria,dopo la pioggia arriva sempre il sereno, dopo un dolore arriva la pace, mai dimenticherà quell' arcobaleno, i colori della libertà assaporati dalla bimba/donna che amava il rosso, il colore dell’amore..



27/05/2011 -Dedicata ad un’amica. di Carmen S.

Gennaio 2011

Gennaio 2011
inarrestabile scorrerà l'anno